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Immagine del redattoreOasi Bmha- Luca

Reiki in ospedale: cosa dicono le Neuroscienze?

Aggiornamento: 5 ago 2019

Mi capita spesso di navigare sui social network o semplicemente in rete, ed imbattermi in articoli e post che parlano di Reiki praticato in ospedale. Si assomigliano un po tutti ma alcuni attirano la mia attenzione perché citano test scientifici di qualche ricercatore e altri che azzardano nuove scoperte scientifiche di straordinaria rilevanza come i Biofotoni e altre teorie.


Non ho intenzione di annoiarvi con la spiegazione dei Biofotoni, basta che facciate una ricerca su Internet per capire da soli che è una teoria che non regge.


Ma veniamo subito al dunque, Reiki viene utilizzato in ospedale non perché è una "tecnica potente", viene praticato semplicemente perché è un modo passivo per il paziente di beneficiare di un rilassamento profondo, del quale, le neuroscienze ci parlano da tempo.


Avete mai visto fare Yoga nel reparto di ortopedia? Io no, quelle povere anime un po' acciaccate o magari ingessate non le vedo proprio a fare Asana che gli procurerebbero solo altro dolore.

Molto meglio restare sdraiati e ricevere una "coccola" rilassante e goderne passivamente i benefici.





Ma quali sono questi benefici che le Neuroscienze ci dicono?


Semplice, quando siamo preoccupati, ansiosi o proviamo paura, il nostro cervello "va in stress". Mi spiego meglio, quando viviamo questi stati d'animo produciamo ormoni come Cortisolo e Adrenalina che con il prodigarsi del tempo (come una lunga degenza ospedaliera) diventano tossici.

Proviamo ad immedesimarci in un paziente ricoverato in ospedale in attesa di una operazione o per causa di una grave malattia, oppure ancora, in uno stato post-operatorio con dolori a non finire, paura, preoccupazione e ansia ci pervaderanno, ed è chiaro che entreremmo in uno stato di stress.

Ci tengo a precisare che lo stress è una reazione naturale e sana, ma come ho citato sopra se lo viviamo per giorni e giorni gli ormoni prodotti diventano tossici ed influiscono anche sulla corretta funzione del nostro sistema immunitario (Processo Omeostatico), quindi il povero paziente in stato di stress si troverà a combattere la malattia o le cure spesso invasive, con un sistema immunitario in "deficit".

Reiki, che grazie alla sua capacità di indurre un rilassamento profondo nei confronti del paziente, aiuta a contrastare gli ormoni tossici ripristinando le funzionalità corrette del sistema immunitario aumentando la produzione delle endorfine del buon umore che aiutano a diminuire il dolore, così il paziente, potrà reagire meglio alle cure.


Il concetto più sbagliato e che spesso genera "disastri" è chiamarle medicine alternative, perché, non esiste alternativa alla medicina, esistono medicine complementari che sono riconosciute anche dall'ordine dei medici e delle quali le neuroscienze, sottolineano i benefici.


L'energia universale esiste si, ma noi ne facciamo parte, e insita in noi, tutto è energia nessuno può darcela o vendercela perché già ne siamo pervasi, spesso è solo da risvegliare. Quando andremo a praticare Reiki a chi ci chiederà Reiki daremo semplicemente Amore incondizionato a tutti coloro che soffrono.

Come una madre appoggia le sue amorevoli mani sul ventre del figlio che lamenta mal di pancia noi faremo lo stesso a chi ce lo chiederà, donandogli un Amore che li aiuterà nel loro percorso di salute.


Luca




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